Fino a pochi anni fa c’era molto scetticismo al riguardo: poche chat, non molto conosciute e poco affidabili. Ma gli esperti dei media, ci avevano visto bene: perché non sfruttare la chat ed internet come strumento per aiutare magari i più impacciati ed insicuri a lasciarsi andare, senza più quell’inibizione che nasce occhi negli occhi davanti ad una persona e che spesso impedisce anche la salivazione, figurarsi costruire un dialogo di senso compiuto.
E così, sono iniziati a proliferare i siti di incontri. Vere e
proprie piazze virtuali, su cui registrarsi con tanto di nome e cognome,
nickname identificativo e tutta una serie di dati personali necessari a rendere
i contatti affidabili, e che dietro quella foto così interessante non si
nasconda un maniaco (non che oggi non possa comunque capitare, basta inventarsi
un nome).
Allora ci siamo posti alcune domande:
quanto durano le coppie
nate online? Hanno un futuro più roseo di quelle che nascono alla vecchia
maniera? E da cosa dipende la loro e longevità?
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Abbiamo preso in esame, anche per stimolare provocatoriamente
una riflessione, uno studio dell’Università di Chicago condotto dal prof. John
Cacioppo da cui si evince che le coppie
nate su Internet sono persino più solide e felici di quelle i cui partner si
sono conosciuti offline. I ricercatori hanno esaminato i racconti di 19.000
persone sposate tra il 2005 e il 2012, cui è stato chiesto di parlare della
propria esperienza di coppia e di esprimere un giudizio sulla qualità del
rapporto. È emerso che chi ha incontrato la propria metà su Internet si sente
più coinvolto nei suoi confronti, anche se sono passati ormai anni e
soprattutto hanno dichiarato di aver costruito una complicità nel dialogo unica
e solida. Le statistiche americane forniscono qualche dato rilevante in
merito: i matrimoni nati da contatti in Rete (che negli Usa rappresentano oltre
un terzo delle unioni ufficiali) durano di più. Fallisce solo il 6% dei casi,
contro il 7,6 dei fallimenti che si contano nelle relazioni tradizionali
offline.
Ma perché questo
successo dell’amore in internet?
I ricercatori lo
giustificano perché in rete, dato che non c’è subito la possibilità di entrare
in contatto fisico con la persona “prescelta”, per forza di cose si finisce
nell’instaurare una buona qualità di dialogo sin dall’inizio. La Rete dà modo di
conoscersi in maniera approfondita prima di incontrarsi di persona. Il fine
della ricerca seppur nobile è però puramente indicativo e relativo; la
costruzione di un buon dialogo di coppia e di un ottimo equilibrio più longevo
dipende da una pluralità di fattori soggetti ed oggettivi che si sviluppano
all’interno di una coppia.
Sicuramente si deve ammettere che internet dà una sorta di mano iniziale a rompere quel muro di imbarazzo che c’è nell’intavolare un dialogo con una persona sconosciuta e per giunta che attrae fisicamente. Attraverso le chat, le persone perdendo in parte il senso dell’inibizione tendono ad essere più se stessi e dunque tranquilli di esprimersi in modo spontaneo e meno impacciato. Questo sicuramente è positivo per quanto riguarda la possibilità di essere più sicuro di ciò che scriviamo, ma non assicura di certo che si è di fronte all’amore della propria vita e che sarà la storia del secolo. Inoltre, bisogna sempre ricordare che la rete è piena di insidie. E’ anche utile per noi Consulenti Familiari , riconoscere alcuni preconcetti sugli amori nati in chat/rete: ancora oggi prevale il sottotesto: “Non è riuscito/a a trovarsi uno/una in maniera tradizionale, quindi ha potuto rimediare qualcosa solo in rete”, perché c’è ancora l’idea di qualcuno/a che passa l’esistenza chiuso in cameretta al computer e non ha una vita reale. Ma è ancora così?
La verità è che oggi non c’è regola o metodo, e rimane la domanda: la rete favorisce incontri che magari in condizioni normali non sarebbero mai potuti accadere, o alimenta le solitudini e le illusioni? La ricerca citata, ci dice che le coppie “made online” sono più unite, non sarà perché quando conosciamo qualcuno nel contesto classico dell’immaginario collettivo (in un locale, a una festa etc.) scattano subito, anche inconsapevolmente, le meccaniche della seduzione, cioè si tende ad atteggiarsi e porsi in maniera artefatta rispetto a quello che siamo veramente, mentre online si instaurano dei rapporti aperti perché si è inizialmente incoraggiati dalla protezione che rappresenta lo schermo, quindi ci si conosce senza maschera, e al momento di incontrarsi di persona si ha già l’impressione di conoscersi da una vita.
Quindi lo schermo può essere protettivo, ma anche pericolosamente ingannatore.
ATTIVAZIONE:
Ø Come noi consulenti viviamo
questi cambiamenti ?
Ø
Come possiamo approcciare questa
nuova realtà di relazioni?
Ø In che modo possiamo aiutare le persone che si rivolgono a noi ad essere
più consapevoli nel confrontarsi con i nuovi mezzi messi
a disposizione dalla rete ?
Il nostro gruppo ha provato ad interrogarsi
sul cosa sentiamo noi Consulenti di fronte a un fenomeno e
ad un mezzo di comunicazione così nuovo che rischia talvolta di travolgerci.
Come risuona dentro di noi tutto ciò e quanto ci “difendiamo” rifugiandoci nelle
“Opinioni”? Dal confronto e dalla condivisione sono emerse le riflessioni di
seguito riportate:
1)
Se giudichiamo il mezzo (social, siti di incontri ecc…) e il problema che
il Cliente ci porta, non favoriamo l’instaurarsi del clima di fiducia e la
costruzione della relazione, diventando di conseguenza poco efficaci nella
Consulenza.
2)
Il nostro lavoro consiste nell’ accogliere la persona e il nuovo punto di
vista che ci porta, con sospensione di giudizio per accompagnarla nella sua
richiesta, senza ovviamente focalizzarsi sul problema.
3)
Possiamo così aiutare il Cliente ad aumentare la sua consapevolezza per
stimolare l’Adulto e integrare i bisogni che emergono dai suoi comportamenti.
4)
Le emozioni che nascono in rete sono uguali a quelle offline e
corrispondono a bisogni profondi. Possiamo aiutare il Cliente a mettere i giusti
confini e a controllare l’”Adultescenza”.
In conclusione possiamo dire che sì, nell’amore al tempo dei social, la “coppia virtuale” è reale!