INTRODUZIONE


LE RELAZIONI AL TEMPO DEI SOCIAL
effetto della socialità virtuale sulle relazioni
SALERNO del 5 MAGGIO 2019
GRAND HOTEL SALERNO

I lavori di domenica sono stati aperti dal segretario Qualiano che ha ringraziato i partecipanti per aver risposto in gran numero a questo primo appuntamento del 2019..
Per entrare nell’atmosfera del tema della Giornata, Le relazioni al tempo dei Social, vengono proiettati due video che parlano dell’effetto dei Social media sulla vita e sulle relazioni di tutti noi e delle nostre famiglie.
Il primo video, prodotto dall’Autorità garante della Tutela dei dati personali, spiega in modo didattico e preciso quali sono i vantaggi e i rischi dell’uso dei Social media da parte degli adulti ma anche degli adolescenti.
L’altro video, prodotto da una grande industria internazionale, ha evidenziato come l’uso dello strumento tecnologico più usato al mondo, il cellulare, stia alienando l’attenzione dell’uomo dagli affetti, dalla bellezza del mondo e della relazione, dal contatto umano ‘reale’ e non virtuale. 
VE LI PROPONIAMO.

VIDEO DEL GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI

SOCIAL MEDIA GUARD COCA COLA

La parola passa quindi alla Presidente, Stefania Sinigaglia, per i saluti e la presentazione dei lavori della Giornata.

Dopo aver dato a tutti il benvenuto ai partecipanti nella splendida città di Salerno, visitata il giorno prima in un’interessante escursione delle sue bellezze, la Presidente dichiara di essere orgogliosa di ricoprire questo incarico di grande responsabilità, che richiede impegno, dedizione, fatica, come le ha detto un collega, poco prima di essere eletta, “ una carica per la quale non si è mai pronti abbastanza”.
ECCO LA RELAZIONE PER IMMAGINI...


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LA RELAZIONE DI PAOLO BENANTI

NdR.:La relazione integrale è stata pubblicata sul n. 2/2019 de Il Consulente familiare

Buongiorno a tutti e grazie per avermi invitato al vostro convegno sui social media.
Da bravo francescano cercherò di essere chiaro e rispettoso dei tempi.
Oggi parleremo di Digital Age, e delle relazioni nell’epoca del digitale.
L'universo digitale sta toccando tutti gli aspetti della nostra esistenza e sta generando un cambio profondo nel modo di comprendere la realtà e anche di vivere l'affettività. 
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Oggi  cercheremo di esplorare le dimensioni del continente digitale per dimostrare che le domande di sempre trovano nuove sfide e nuove risonanze. E lo faremo attraverso alcune domande che stamattina vi proporrò
Siamo sicuri che digitale, che non si vede, non si sente, ha il potere di cambiare la vita dell’uomo?.
Quando parliamo di digitale è solo un cambio di strumenti, una volta comunicavamo con i segnali di fumo ed oggi abbiamo ben altri apparecchi, oppure c’è altro?
La digital age cambia la comunicazione?
La Digital Age  ha a che fare col modo con cui ragioniamo o col modo con cui proviamo emozioni?
...omissis   vedi relazione integrale sulla Rivista n.2 2019.
Conclusioni

Uno degli investimenti più importanti dell’industria dei Social Media è nello sviluppo e studio delle App per i telefonini, che è un lavoro complesso di psicologia sociale. Perché i contenuti delle App producono una reazione emotiva dentro di noi ed  hanno a che fare anche con alcuni recettori della serotonina.
La modalità delle notifiche delle App di un telefonino produce un legame, un filo invisibile tra l’utente e il suo schermo che ha a che fare  con lo sviluppo emotivo.
E una sorta di grande coccola digitale che rassicura e tranquillizza,  ed è in parte in contrasto con le rudezza della realtà ‘analogica’, con i contrasti emotivi che dobbiamo affrontare ogni giorno.
Il potere dei social network è tale che essi hanno la possibilità di modificare l’immaginario della nostra vita e mostrare all’esterno una realtà personale modificata o immaginata. Diventano strumenti narrativi che connettono gli eventi, le amozioni  e ci permettono di trasformare le immagini della nostra vita per offrire al nosto pubblico di ‘amici’ il volto migliore. Viviamo alla fine in un modo che ci spinge a comportamenti sempre più compulsivi, in cui le esistenze vengono vissute sia in modo  reale che virtuale.
Da un punto di vista familiare quello che è interessante sapere è che ognuno può sviluppare, nei Social media, più esistenze contemporanee cioè avere più esistenze contemporaneamente. Con  più profili social, che corrispondono a più ruoli sociali o personaggi immaginari, mi gioco alternativamente, la possibilità di conoscere nuovi amici, chattare, collegarmi, condividere.
Qualcuno associa questo al nascere di un nuovo fenomeno legato all’essere adulti pur volendo rimanere giovani.
È un problema generazionale quindi .  Sappiamo che il termine adulto deriva dal verbo latino adolescere (crescere) quindi nel significato di cresciuto maturo, mentre  adolescente è chi è biologicamente maturo per far nascere un figlio ma socialmente non è capace.
Ed ora ci troviamo di fronte a un nuovo comportamento, che è stato denominato adultescente, che è l’adulto che ha le stesse caratteristiche della persona matura, ma manifesta le stesse pulsioni, voglie e desideri degli adolescenti.
Per cui  a 50anni gioca al calcetto con la scarpetta e la mise uguale a quella del  figlio,b o la mamma che fa lo shopping con la figlia e  gareggia per il capo piu moderno.
Queste dinamiche oggi attraversano le relazioni familiari, perché se un tempo il mondo dei piccoli era diverso dal mondo dei grandi, ora le generazioni  non hanno confini, le vite sono più fluide, sempre riplasmabili, e gli adulti possono vestire i panni degli adolescenti manifestandone tranquillamente le caratteristiche e i desideri.
In conclusione, se la famiglia è quel contenitore in cui si giocano le relazioni in senso orizzontale, tra la coppia, e in  verticale con i figli, e se il vostro lavoro è quello di ascoltare la famiglia, con quello di cui abbiamo parlato oggi ne avete di lavoro da fare!
Grazie.

IL PRANZO AL GRAND HOTEL SALERNO








LABORATORIO 1 DI SINIGAGLIA E SICCARDI

La coppia virtuale è reale? Come sboccia l'amore nel web?

C’era una volta il primo appuntamento, i fiori che il Lui regala alla Lei prima di andare a cena, le poche chiacchiere immerse spesso nell’imbarazzo  più totale di ritrovarsi a tu per tu con l’altro/a, per la prima volta. Nell’epoca digitale invece tutto è cambiato, purtroppo (o forse no?). Ci si presenta non più con “ciao piacere mi chiamo…” ma con la “foto del profilo”, che deve essere capace di comunicare chi siamo, cosa vogliamo raccontare di noi stessi ma che non possiamo esprimere perché siamo dietro un pc. Una foto, e ci si gioca tutto. Sempre più persone stanno sperimentando il computer come strumento di contatto relazionale, insomma una sorta di piazza virtuale, dove sedersi sì ma non davanti a un aperitivo per fare due chiacchiere ma davanti al proprio schermo per digitare due battute. Ed è fatto, è amore! Le coppie che nascono su internet sono sempre più numerose.
Fino a pochi anni fa c’era molto scetticismo al riguardo: poche chat, non molto conosciute e poco affidabili. Ma gli esperti dei media, ci avevano visto bene: perché non sfruttare la chat ed internet come strumento per aiutare magari i più impacciati ed insicuri a lasciarsi andare, senza più quell’inibizione che nasce occhi negli occhi davanti ad una persona e che spesso impedisce anche la salivazione, figurarsi costruire un dialogo di senso compiuto.
E così, sono iniziati a proliferare i siti di incontri. Vere e proprie piazze virtuali, su cui registrarsi con tanto di nome e cognome, nickname identificativo e tutta una serie di dati personali necessari a rendere i contatti affidabili, e che dietro quella foto così interessante non si nasconda un maniaco (non che oggi non possa comunque capitare, basta inventarsi un nome).
Allora ci siamo posti alcune domande:
 quanto durano le coppie nate online? Hanno un futuro più roseo di quelle che nascono alla vecchia maniera? E da cosa dipende la loro e longevità?

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Abbiamo preso in esame, anche per stimolare provocatoriamente una riflessione, uno studio dell’Università di Chicago condotto dal prof. John Cacioppo  da cui si evince che le coppie nate su Internet sono persino più solide e felici di quelle i cui partner si sono conosciuti offline. I ricercatori hanno esaminato i racconti di 19.000 persone sposate tra il 2005 e il 2012, cui è stato chiesto di parlare della propria esperienza di coppia e di esprimere un giudizio sulla qualità del rapporto. È emerso che chi ha incontrato la propria metà su Internet si sente più coinvolto nei suoi confronti, anche se sono passati ormai anni e soprattutto hanno dichiarato di aver costruito una complicità nel dialogo unica e solida.  Le statistiche americane forniscono qualche dato rilevante in merito: i matrimoni nati da contatti in Rete (che negli Usa rappresentano oltre un terzo delle unioni ufficiali) durano di più. Fallisce solo il 6% dei casi, contro il 7,6 dei fallimenti che si contano nelle relazioni tradizionali offline.
Ma perché questo successo dell’amore in internet?

I ricercatori lo giustificano perché in rete, dato che non c’è subito la possibilità di entrare in contatto fisico con la persona “prescelta”, per forza di cose si finisce nell’instaurare una buona qualità di dialogo sin dall’inizio. La Rete dà modo di conoscersi in maniera approfondita prima di incontrarsi di persona. Il fine della ricerca seppur nobile è però puramente indicativo e relativo; la costruzione di un buon dialogo di coppia e di un ottimo equilibrio più longevo dipende da una pluralità di fattori soggetti ed oggettivi che si sviluppano all’interno di una coppia. 

Sicuramente si deve ammettere che internet dà una sorta di mano iniziale a rompere quel muro di imbarazzo che c’è nell’intavolare un dialogo con una persona sconosciuta e per giunta che attrae fisicamente. Attraverso le chat, le persone perdendo in parte il senso dell’inibizione tendono ad essere più se stessi e dunque tranquilli di esprimersi in modo spontaneo e meno impacciato. Questo sicuramente è positivo per quanto riguarda la possibilità di essere più sicuro di ciò che scriviamo, ma non assicura di certo che si è di fronte all’amore della propria vita e che sarà la storia del secolo. Inoltre, bisogna sempre ricordare che la rete è piena di insidie. E’ anche utile per noi Consulenti Familiari , riconoscere alcuni preconcetti sugli amori nati in chat/rete: ancora oggi prevale il sottotesto:  “Non è riuscito/a a trovarsi uno/una in maniera tradizionale, quindi ha potuto rimediare qualcosa solo in rete”, perché c’è ancora l’idea di qualcuno/a che passa l’esistenza chiuso in cameretta al computer e non ha una vita reale. Ma è ancora così?


La verità è che oggi non c’è regola o metodo, e rimane la domanda: la rete favorisce incontri che magari in condizioni normali non sarebbero mai potuti accadere,  o alimenta le solitudini e le illusioni?   La ricerca citata, ci dice che le coppie “made online” sono più unite, non sarà perché quando conosciamo qualcuno nel contesto classico dell’immaginario collettivo (in un locale, a una festa etc.) scattano subito, anche inconsapevolmente, le meccaniche della seduzione, cioè si tende ad atteggiarsi e porsi in maniera artefatta rispetto a quello che siamo veramente, mentre online si instaurano dei rapporti aperti perché si è inizialmente incoraggiati dalla protezione che rappresenta lo schermo, quindi ci si conosce senza maschera, e al momento di incontrarsi di persona si ha già l’impressione di conoscersi da una vita.
Quindi lo schermo può essere protettivo, ma anche pericolosamente ingannatore.

ATTIVAZIONE:
Ø  Come noi consulenti viviamo questi cambiamenti ?
Ø  Come possiamo approcciare questa nuova realtà di relazioni?
Ø  In che modo possiamo aiutare le persone che si rivolgono a noi ad essere più consapevoli nel confrontarsi con i nuovi mezzi messi a disposizione dalla rete ?
Il  nostro gruppo ha provato ad interrogarsi sul  cosa sentiamo noi Consulenti di fronte a un fenomeno e ad un mezzo di comunicazione così nuovo che rischia talvolta di travolgerci.
 Come  risuona dentro di noi tutto ciò  e quanto ci “difendiamo” rifugiandoci nelle “Opinioni”? Dal confronto e dalla condivisione sono emerse le riflessioni di seguito riportate:
1)    Se giudichiamo il mezzo (social, siti di incontri ecc…) e il problema che il Cliente ci porta, non favoriamo l’instaurarsi del clima di fiducia e la costruzione della relazione, diventando di conseguenza poco efficaci nella Consulenza.
2)    Il nostro lavoro consiste nell’ accogliere la persona e il nuovo punto di vista che ci porta, con sospensione di giudizio per accompagnarla nella sua richiesta, senza ovviamente focalizzarsi sul problema.
3)    Possiamo così aiutare il Cliente ad aumentare la sua consapevolezza per stimolare l’Adulto e integrare i bisogni che emergono dai suoi comportamenti.
4)    Le emozioni che nascono in rete sono uguali a quelle offline e corrispondono a bisogni profondi. Possiamo aiutare il Cliente a mettere i giusti confini e a controllare l’”Adultescenza”.

In conclusione possiamo dire che sì, nell’amore al tempo dei social, la “coppia virtuale” è reale!

LABORATORIO 2 di MARGIOTTA

L’ effetto della socialità virtuale … sulle relazioni genitori-figli

I figli della rete. Con quali genitori: rivali, fruitori, educatori?

Il gruppo composto da più di trenta persone, provenienti da luoghi e scuole diverse, è stato coinvolto con due filmati iniziali che presentavano situazioni tipiche dei nostri giorni.
Il primo video, promosso da una sede del Lions club di Firenze, presenta quattro ragazzi che chattano con una ragazza. Il gruppo si presenta come un’unità descrivendo di volta in volta le caratteristiche di ciascuno come se fossero di una sola persona, alterandone i tratti per compiacere i gusti della ragazza. La ragazza, a sua volta, si presenta come vorrebbe essere: bionda invece che bruna, con gli occhi scuri 
 Il filmato tratta la ricerca d’identità degli adolescenti con delicatezza e mostra tutte le contraddizioni che si creano con una conversazione virtuale. Alla fine la ragazza chiede una foto e il gruppo si presenta finalmente com’è.
Il secondo filmato, realizzato dalla coppia comica Claudio Casisa e Annandrea Vitrano  cioè “soldi spicci”)  confronta adulti ignoranti  della rete con una ragazza super-esperta che usa internet con disinvoltura. L’accento è posto naturalmente sul divario generazionale creato dalla comunicazione digitale.
I partecipanti al gruppo di lavoro sono stati invitati ad esprimere brevemente cosa aveva suscitato loro la visione dei filmati.
La risposta emotiva al primo filmato si può riassumere in: Tristezza per la delusione e l’incomprensione che si crea con la falsa identità dei personaggi anche paura della condizione di solitudine, fragilità e non appartenenza dei ragazzi, stimolo ad una presenza responsabile degli adulti.
Per il secondo si è rilevato come, in chiave comica, si rispecchia la realtà di un gap generazionale, inadeguatezza degli “ignoranti digitali”ma anche un forte stimolo a non arrendersi, ad adeguarsi, a essere comunque presenti e cercare modalità per non abbandonare la comunicazione.
A questo punto la presentazione multimediale, (costituita da varie diapositive) di Patrizia Margiotta ha introdotto le riflessioni e gli spunti teorici.
I FIGLI DELLA RETE
Il ruolo che oggi hanno assunto nella vita di tutti e, soprattutto dei più giovani, i media (cellulari, - iPhone, e-mail, chat, blog, Facebook) ha molteplici significati. Il loro utilizzo è irrinunciabile per molti giovani che non a caso sono definiti “generazione digitale”, con riferimento a chi è nato dopo il 1991. Infatti, la diffusione della rete Internet ha ridefinito i parametri della conoscenza, dello spazio e del tempo, con conseguenze sia positive che ahimè negative. Sicuramente valorizza alcune competenze dei ragazzi, favorisce dinamiche di apprendimento più percettive, dà loro la possibilità di divenire consapevoli della comunicazione digitale e l’opportunità di informarsi, di stabilire relazioni orizzontali con i coetanei, ma non possiamo non evidenziare che allo stesso tempo i media interferiscono nel processo educativo, rendendolo più arduo. La realtà mediatica, infatti, si è sovrapposta al mondo delle relazioni faccia a faccia, ai tempi e agli spazi della vita quotidiana, con conseguenze pedagogiche notevoli.

Per i ragazzi, e gli adolescenti in particolare, c’è una forte spinta di riconoscimento e di unicità, spesso ancora inconsapevole che li porta ad assumere atteggiamenti forti e stravaganti per coprire un senso di insicurezza e di solitudine di cui non riescono a coglierne la provenienza. Molti di loro per sfuggire a momenti di noia e mancanze si espongono in spazi pubblici, come i social-network ma ahimè, senza alcun filtro. Quasi tutti sanno usare benissimo menù e strumenti sui dispositivi ma la maggior parte di essi non riesce a schermarsi e a proteggersi: non sanno selezionare quello che può essere arricchente da quello che è pericoloso, dubbio, confuso.
I selfie sono spesso una riproduzione che non rimanda loro un’immagine bella e vera ma è quasi una sorta di mercificazione di se stessi perché manca il ritorno del senso gratificativo e realmente identitario. I pre-adolescenti e gli adolescenti hanno bisogno di armonizzare quello che biologicamente, psicologicamente e socialmente accade alla loro vita e questo non può avvenire solo in ambito virtuale perché in tale contesto mancano figure di riferimento significative che li facilitino ad armonizzare, tradurre e capire il significato vero o sotteso delle immagini o dei contenuti da cui troppe volte sono sommersi. Non sempre nei ragazzi vi è la consapevolezza emotiva e cognitiva di ciò che gli accade. Anche le immagini belle o brutte che diventano stimolo per un’emozione se non elaborate attraverso la condivisione della parola e di un sentimento rimangono fine a se stesse, e possono diventare fonte di ansie e paure.
Internet è in grado di dare emozioni ma non di stabilire dei legami, e quindi è fuori dal dominio dei sentimenti che uniscono invece gli individui. L’uso degli strumenti digitali favorisce certamente il vissuto emotivo ma li allontana dai legami sentimentali. Passare il tempo davanti a un video promuove un esercizio e un arricchimento per le emozioni. Se lo stesso tempo è trascorso in un ambiente familiare o con persone significative a cui si è legati affettivamente si arricchisce invece la vita dei sentimenti. E, per fare questo, i figli hanno bisogno di figure di riferimento, genitori, educatori, che li aiutino ad armonizzare e a trovare significati di valore che questi vivono solo virtualmente. I figli hanno bisogno della nostra esemplarità per cogliere la bellezza e la bontà di quanto gli offriamo come modello. Ma noi adulti siamo in grado di sostenerli, di comprenderli, e di essere esempio per loro? Solo attraverso l’acquisizione di idee di valore i ragazzi possono sviluppare una moralità, un’etica personale, che supportata da quello che loro vivono come buono e che li può aiutare a trovare obiettivi di relazione.
Ci sono ancora padri forti, madri esemplari, educatori coraggiosi, che guidano con il loro esempio? I valori non possono essere trasmessi dalle sole, talvolta, inutili parole. Abbiamo bisogno di gesti, di ascolto, per aiutare i nostri figli nell’introspezione, che è considerata la forma più evoluta di autocoscienza.
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La seconda parte del laboratorio si è aperta con la presentazione del caso e l’invito a immaginare un progetto di intervento consulenziale dopo aver ascoltato la narrazione del caso reale.
Una coppia, Leonardo e Caterina, si presenta in consulenza perché è in disaccordo sull’uso della rete in famiglia (marito, moglie e due figli). Lui lamenta un impoverimento della relazione, lei un senso di oppressione e insofferenza per i richiami di lui, verso di lei e i ragazzi (il caso è pubblicato sulla Rivista).

 Di seguito l'analisi del gruppo.

Nella prima parte della discussione del caso sono emerse le risonanze dei membri del gruppo rispetto alle tematiche emerse. I conduttori hanno invitato a porre l’attenzione a come le risonanze del consulente possano talvolta confondere una pianificazione “pulita” della consulenza. La maggioranza dei consulenti si è espressa per lavorare con la coppia sull’accettazione/diversità dei due coniugi, sulla tolleranza e sul ripristino di una corretta comunicazione perduta. Ogni partecipante ha anche sottolineato modalità e strumenti con i quali avrebbe lavorato per aiutare i coniugi a migliorare la relazione.
Alla fine i partecipanti si sono scambiate le parole significative da portare via. La bellezza e il piacere di ritrovarsi “a casa” per un confronto che stimola, riattiva, dà potenza e spinta per affrontare le sfide per raggiungere i nuovi traguardi posti dal cambiamento delle tecnologie e della comunicazione.
Il clima che si creato all’interno del gruppo è stato di grande partecipazione, d’interesse profondo e di un confronto adulto ed efficace.
Margiotta e Cinotti

LABORATORIO 3 DI FERETTI E ROBERTO

L’ effetto della socialità virtuale … sulle relazioni famiglia-società
Caduti nella rete: connessi, sconnessi e iperconnessi.


L’ambito delle relazioni familiari è sottoposto a rapidi processi di cambiamento che producono nuove forme di convivenza e di legami tra le generazioni. Nello stesso tempo, l’innovazione tecnologica sul fronte della comunicazione, soprattutto online, si traduce in una pervasività di dispositivi digitali e servizi di rete sempre più individuali e mobili, che non conoscono ostacoli nell’articolazione spaziale e temporale della vita quotidiana

Durante il laboratorio sono state  utilizzate:
schede di autoascolto per i partecipanti,
la proiezione di un power point sul tema
la presentazione di un caso, lì  dove l’uso dei social network è può essere utile e al tempo stesso creare problemi o dipendenze, con relativa discussione tramite scheda di osservazione.

La prima scheda riguarda l'utilizzo dei social da parte dei partecipanti al laboratorio, con l'indicazione del numero degli avatar e dei collegamenti web di ciascuno.

SCHEDA N.1
QUANTI  AVATAR-PROFILI ABBIAMO?
TOTALI SCELTE
FACEBOOK
11
TWITTER
1
MESSANGER
24
GOOGLE ACCOUNT
15
WINDOWS LIVE
7
LINKEDIN
4
LIBERO
10
ALICE
3
GMAIL
15
SITI GIOCHI GRATUITI
6
SITI GIOCHI A PAGAMENTO
0
SITI GIOCHI DI RUOLO
2
CHAT PER SINGLE
0
WATSHAPP
22
WIBER
1
TELEGRAM
3
INSTAGRAM
0
CHAT PER SEPARATI
0
CHAT PER GENITORI SINGLE
0
PINTEREST
2
YOUTUBE
12
ALTRO
5

La scheda n. 2 riguarda il modello di famiglia in cui ognuno dei partecipanti era chiamato a indicare quello che più si avvicinava alla propria.  A fianco indichiamo i risultati delle scelte effettuate.

SCHEDA 2      IN QUALE FAMIGLIA TI RICONOSCI? (puoi segnarne anche più di una)
TOTALI SCELTE
1 - FAMIGLIA RESTRITTIVA : Alto livello di controllo dei genitori (che leggono mail e messaggi dei figli, controllano la navigazione sul web) ma basso livello di educazione
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2 - FAMIGLIA PERMISSIVA È caratterizzata da un basso livello di educazione e da un basso livello di controllo (i genitori lasciano fare, non si pongono il problema.
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3 - FAMIGLIA AFFETTIVA : I genitori controllano poco quello che fanno i figli nel digitale ma hanno un alto livello di presenza educativa, che si manifesta attraverso l’aiuto costante nei confronti del figlio, la condivisione del consumo, la forte convivialità.
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4 - FAMIGLIA LUDDISTA (Chi si schiera contro l'utilizzo di macchinari):  è la famiglia che elimina i media dall’universo familiare, procrastinando sine die il momento dell’acquisto del primo smartphone ai figli. L’atteggiamento di controllo in questo caso è spinto alle estreme conseguenze, fino a configurare forme di vera e propria iconoclastia.
0
5 - FAMIGLIA LASSISTA Anch’essa non molto rappresentata, non vede come i media digitali e sociali rappresentino un problema educativo, lascia fare, confida che comunque i propri figli siano sufficientemente attrezzati per cavarsela.
0
6 - FAMIGLIA MEDIATTIVA Rispetto alla famiglia affettiva, questo modello di famiglia è molto più attento alle pratiche dei figli, soprattutto alla loro elaborazione nella direzione dello sviluppo del pensiero critico.
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Dopo l'analisi delle schede Rita ha proiettato un  power poit sul tema della connessione in rete della famiglia. Clicca sull'immagine.