NdR.:La relazione integrale è stata pubblicata sul n. 2/2019 de Il Consulente familiare
Buongiorno a tutti e grazie per avermi
invitato al vostro convegno sui social media.
Da bravo francescano cercherò di
essere chiaro e rispettoso dei tempi.
Oggi parleremo di Digital Age, e delle
relazioni nell’epoca del digitale.
L'universo digitale sta toccando tutti gli aspetti
della nostra esistenza e sta generando un cambio profondo nel modo di
comprendere la realtà e anche di vivere l'affettività.
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Oggi cercheremo di esplorare le dimensioni del
continente digitale per dimostrare che le domande di sempre trovano nuove sfide
e nuove risonanze. E lo faremo attraverso alcune domande che stamattina vi
proporrò
Siamo
sicuri che digitale, che non si vede, non si sente, ha il potere di cambiare la
vita dell’uomo?.
Quando
parliamo di digitale è solo un cambio di strumenti, una volta comunicavamo con
i segnali di fumo ed oggi abbiamo ben altri apparecchi, oppure c’è altro?
La digital age cambia la comunicazione?
La Digital Age ha a che fare col modo con
cui ragioniamo o col modo con cui proviamo emozioni?
...omissis vedi relazione integrale sulla Rivista n.2 2019.
Conclusioni
Uno degli investimenti più importanti
dell’industria dei Social Media è nello sviluppo e studio delle App per i
telefonini, che è un lavoro complesso di psicologia sociale. Perché i contenuti
delle App producono una reazione emotiva dentro di noi ed hanno a che fare anche con alcuni recettori
della serotonina.
La modalità delle notifiche delle App
di un telefonino produce un legame, un filo invisibile tra l’utente e il suo
schermo che ha a che fare con lo sviluppo
emotivo.
E una sorta di grande coccola digitale
che rassicura e tranquillizza, ed è in
parte in contrasto con le rudezza della realtà ‘analogica’, con i contrasti
emotivi che dobbiamo affrontare ogni giorno.
Il potere dei social network è tale
che essi hanno la possibilità di modificare l’immaginario della nostra vita e
mostrare all’esterno una realtà personale modificata o immaginata. Diventano
strumenti narrativi che connettono gli eventi, le amozioni e ci permettono di trasformare le immagini
della nostra vita per offrire al nosto pubblico di ‘amici’ il volto migliore.
Viviamo alla fine in un modo che ci spinge a comportamenti sempre più
compulsivi, in cui le esistenze vengono vissute sia in modo reale che virtuale.
Da un punto di vista familiare quello
che è interessante sapere è che ognuno può sviluppare, nei Social media, più
esistenze contemporanee cioè avere più esistenze contemporaneamente. Con più profili social, che corrispondono a più
ruoli sociali o personaggi immaginari, mi gioco alternativamente, la
possibilità di conoscere nuovi amici, chattare, collegarmi, condividere.
Qualcuno associa questo al nascere di
un nuovo fenomeno legato all’essere adulti pur volendo rimanere giovani.
È un problema generazionale quindi
. Sappiamo che il termine adulto deriva
dal verbo latino adolescere (crescere) quindi nel significato di cresciuto
maturo, mentre adolescente è chi è biologicamente
maturo per far nascere un figlio ma socialmente non è capace.
Ed ora ci troviamo di fronte a un
nuovo comportamento, che è stato denominato adultescente, che è
l’adulto che ha le stesse caratteristiche della persona matura, ma manifesta le
stesse pulsioni, voglie e desideri degli adolescenti.
Per cui a 50anni gioca al calcetto con la scarpetta e
la mise uguale a quella del figlio,b o
la mamma che fa lo shopping con la figlia e
gareggia per il capo piu moderno.
Queste dinamiche oggi attraversano le
relazioni familiari, perché se un tempo il mondo dei piccoli era diverso dal
mondo dei grandi, ora le generazioni non
hanno confini, le vite sono più fluide, sempre riplasmabili, e gli adulti
possono vestire i panni degli adolescenti manifestandone tranquillamente le
caratteristiche e i desideri.
In conclusione, se la famiglia è quel
contenitore in cui si giocano le relazioni in senso orizzontale, tra la coppia,
e in verticale con i figli, e se il
vostro lavoro è quello di ascoltare la famiglia, con quello di cui abbiamo
parlato oggi ne avete di lavoro da fare!
Grazie.